Citazioni Fulcanelli-Canseliet

 


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selecao



Scritto da: Paolo Lucarelli 04/05/2005 1.37

Conosco un solo testo kabbalistico-alchemico, è l’Ésh mesareph (credo che voglia dire “il fuoco del fonditore), che mi pare stia nella “Kabbala Denudata” di Rosenroth, e quindi in un’opera eterodossa.
Vi ho trovato delle cose molto interessanti per uno studioso di alchimia. Ne accenno solo alcune, a dimostrare la poca ortodossia kabbalistica, e lo stimolo per il ricercatore alchemico.




Caro Lucarelli, lessi quest'opera qualche tempo fa ( edizioni Pericle Tangerine, se non erro ne fa la pubblicità lo stesso sito che ci ospita ) ma confesso di averla frettolosamente sottostimata. Ad ogni buon conto tornare sui propri passi è sempre un esercizio utile, oserei dire che E' "l'esercizio" del ricercatote alchemico ( lege et relege ). A volte però mi si pone un problema pressante : vale a dire scegliere un gruppo ristretto di opere e di autori e, come mi suggeriva in tono forse un po' sardonico il misterioso Vn su questo forum, "darci dentro con i "lege et relege" fino a "consumarle". Anticamente un ricercatore disponeva di poche opere ( che si ricopiava a mano e che traduceva certosinamente ) : oggi in poco tempo possiamo procurarci centinaia e centinaia di opere ( alcune già ben tradotte ). Con un numero così vasto di opere disponibili, quanti secoli sarebbero necessari , applicando un meticoloso "lege et relege" su ognuna di esse , prima di avere i primi segni di risveglio del proprio hermes o prima che una bella ninfa, deiezione della stella polare, ci racconti come stanno effettivamente le cose ? Per usare una metafora presa da uno sport fin troppo nazional-popolare, cerco, da buon allenatore, di comporre la squadra, (
irrinunciabili Fulcanelli, Canseliet, Cosmopolita, Filalete, Limojon de Saint Didier, Cyliani e Flamel..). Il problema è la panchina : troppo lunga ..e ogni giorno s'allunga sempre più. ( sono sempre in cerca di testi e autori...)
Potrebbe dirmi come ha composto la Sua squadra ? Un suggerimento potrebbe essere "convocare" tutti quegli autori di cui Fulcanelli ha parlato più che bene. Sbaglio ?

Saluti

C.T. Domenicano Bianco

 



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Indicazioni, Silenzio e Linguaggio d'Amore

Al prode Capitano
Prosperità e Salute!

Vi chiedo perdono per aver tardato. Dopo la Vostra domanda ho lasciato che le riflessioni poste da alcuni fatti e dalle parole di Ptah avessero sopravvento e governassero, almeno per un poco, il tempo.

Voi rimandate a un Senso che ho caro: l’effervescenza. Non è per questa che siamo qui? Non è questo un luogo in cui è possibile – per quanto si può e per quanto occorrere possa – “lasciare cose e andare via”?

Risponderò alla Vostra domanda ma – credetemi – senza presunzione di indicare. Il mio solo intento è quello di condividere una riflessione relativa ai punti nei quali ho provato a dare il mio modesto contributo.
Riconoscere questi contributi è semplice: sono sufficienti 3 indizi:

1
. Il riferimento alle parole di un Maestro
2. Il successivo rimbrotto per aver troppo o troppo poco detto
3. La reazione di chi, non riconoscendo i termini, è inavvertitamente scivolato sulle parole

Per un esempio richiamo la Vostra memoria alle vecchie questioni “asinine”.

C’è stato un periodo, breve ma denso di risvolti promettenti, in cui la Lista ha discusso intorno all’Asino. Non tutti gli interventi erano “indicazioni” ma un buon numero di questi ne conteneva alcune preziose.
In un intervento suggerii di “soffiare in vele asinine”, e si affermò che era un insulto. Tuttavia sarebbe bastato verificare per comprendere cosa significa “dare Aria alla Vela di Art-Timoine”. Chiunque allora avrebbe compreso cosa c’entra l’Asino con la nautica, ottenendo informazioni intorno alla Vela [a quale vascello è adatta; dove è; quale forma, dimensioni e colore ha; quale vento la fa meglio gonfiare…]. Così accennai a Diva Bottiglia, Lanterna e Lanternai, Limo, Coccodrillo, Sistro di Iside, Folle dei Tarocchi…

Non fraintendetemi: non affermo che “Yi Pai da cose preziose che nessuno percepisce”; sto solo dicendo che questo è il mio modo di contribuire al Forum e, seguendo Ptah, vorrei chiarire che questo modus non è frutto di presunzione, alterigia, supponenza o invidia. Si tratta – Vi prego di credermi – di semplice PUDORE.

Perché questa affermazione bizzarra sia adeguatamente trattabile, vorrei proporre una piccola provocazione.
Penso che il linguaggio con il quale parliamo dell’Arte e, di conseguenza, la nostra stessa idea dell’Arte, abbiano subito l’effetto di quella “volgarizzazione del sapere” della quale parlò Zolla. Vedo attori di questo processo due circostanze interagenti: il progressivo impoverimento del nostro senso critico [vogliamo “tutto subito” come suggeriva Zolla] e Fulcanelli. Provo a spiegare: chi avvicina l’Arte con La Turba, Geber o Filalete sarà poco incline ad affermare “ho capito”; perché il linguaggio oscuro dei testi, lascerà poco spazio all’illusione. Fulcanelli, Autore moderno, usa termini familiari; usa una costruzione razionale che getta luce su alcuni aspetti e talvolta ha portato ad involuzioni improbabili… Quanto più facile quindi immaginare di aver compreso dopo averne letto! Quanto più facile immaginare che, seguendo l’apparente trasparenza si possano usare e chiedere termini chiari ed esempi diretti, perché “è così che parlano i Maestri”…

Personalmente, trovo questo approccio pericoloso a ragione di 2 motivi. Contribuisce a ridurre l’Alchimia ad una sorta di “chimica sacra” e, inevitabilmente, contribuisce alla negazione del Sacer del quale l’Arte è espressione e la pratica al forno è strumento. Certo non affermo che questa fosse la visione di Fulcanelli; sto dicendo che questo è il risultato di fattori contingenti; l’indirizzo di un buon numero di persone che guardano all’apparente chiarezza, logicità e trasparenza dei testi dell’Adepto francese interpretandoli letteralmente, senza il supporto lo studio e la preparazione avrebbero dovuto sviluppare. Affermo che questa cosa è vera fino al punto che anche quando
Maitre Canseliet pone in guardia da questo pericolo sottolineando la necessità di uno studio comparativo sui Classici, il suo appello – ancorché supportato da indicazioni magistrali di rara chiarezza e inestimabile generosità – è spesso inascoltato.

Vengano allora come acqua le parole sincere di Ptah e, in modesta aggiunta,tutto ciò che è stato detto ed indicato, nel modo in cui è stato detto ed indicato, per sincero rispetto al pudore di chi parla di un Amore e non sa, non può, non intende “volgarizzarne” l’immagine, il nome, le fattezze ed i modi.

Pace e Prosperità
Yi Pai


Pace e Prosperità

Yi Pai

 



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Caro Melekur,

non credo che siato così lontano nella Vostra opera didascalica dal mio pensiero , anche se il buon Yi Pai ci rammenta l'eccezione, che non capita che molto raramente.

Per Donum Dei: sono d'accordo, molto, nel Suo distinguere tra putrefazione, opera lunga e fatta nel ventre della terra, con lo smembramento, opera tanto repentina quanto necessaria per procedere e non fermarsi in inutili sofismi! Il Cristo, le cui membra non vengono spezzate, si sottrae da questa regola, come Elia e la Vergine Maria. Non ritengo invece si possa assimilare la teofagia rituale cristiana con lo smembramento, in quanto derivante da forma rituale totolmente diversa. In esso riecheggia la assunzione sciamanica della essenza divina, che "prende possesso" del partecipante e come tale lo "monda" dalle impurità mondane - dalle quali prima in effetti si è dovuto mondare per quanto possibile egli stesso con la confessione - costituendo un senso tangibile di grazia, e come tale massima espressione della mitologia devozionale.

A tutti:
volevo ricordare a chi, tempo fa e forse nell'altro thread, ma non mi ricordo e come sapete a me gli autori sono indifferenti, fece intendere che per fare l'alchimista, per iniziare l'opera ci voglia il "sublime dono di Dio." Giusto per spazzare ogni possibile incomprensione, e per parlare chiaro, come invoca con insistenza, anche se spesso, ahimè, senza successo, il Capitano,
volevo ricordare una frase di Canseliet, nella prefazione alla seconda edizione del mistero delle cattedrali: "Quando il Mistero delle Cattedrali fu redatto nel 1922, Fulcanelli non aveva raggiunto 'Il Dono di Dio' (...)", ed una seconda, nella prefazione alla prima edizione: "Scompare quando risuonò l'ora fatidica, quando il Segno fu compiuto." Questo solo per ricordare a tutti che il "Sublime Dono di Dio" è la pietra, e non una strana, inprobabile illuminazione anteriore, magari nella forma di ricetta di cucina con tanto percento di una e tanto dell'altra polvere. E poi: che avutolo, si deve fare una certa cosa. Alla quale non si può sfuggire. Se non lo si capisce, o non si vuole, NON bisogna cercare in questa via operativa. Fa parte del gioco.
Ed ora sarà Yi Pai a bacchettarmi, con ragione e giustizia. Ma posso tranquillizzarlo: siccome ho parlato apertamente, non sarò compreso.

PEr il Capitano e il Domenicano: ripeto la mia preghiera di dolcezza per Donum Dei, che sinceramente cerca, con la testa china. Magari su altri testi, con idee diverse, ma con lo spirito del bambino aperto che potrebbe anche trovare. In voi invece vedo certezza e sapere, convinzioni ferree che a me stesso mancano da tanti anni. Voi SAPETE, io non più. Io umilmente posso solo lavorare ed ascoltare le natura. PEr questo vi prego di spostare le vostre certezze dai libri alla materia, ascoltandola crepitare e sussurrare, vuotando la mente progressivamente da idee nobili e giustissime - non vi è dubbio che nell eparole avete ragione - per lasciare spazio a quella minuscola remora che se non trova spazio muore miseramente, abbandonata e sola, in un universo alieno.

Per il Capitano: concordo con il suo sottolineare la necessità di libertà di espressione, superamento della emotività verbale e riconoscimento che solo dal confronto può nascere il germe della indicazione nella direzione giusta.

Vostro ptah

06/05/2005 15.36

 

       

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Captain NEMO

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Re: Acque agitate



Scritto da: Paolo Lucarelli 06/05/2005 2.45
...«In principio, quando ’elohim creò il cielo e la terra
E la terra era tohu e bohu: tenebre sopra l’abisso, un vento impetuoso che si librava sopra le acque.»”...
...«Per mezzo della Natura 'elohim separò il cielo e la terra
.
E la terra era un caos attrattivo: tenebre sopra l’abisso, un vento di desiderio impetuoso che si librava sopra le acque.»...



Caro Amico,

la ringrazio per la sua dotta e alchemica interpretazione del brano del Genesi. E' decisamente interessante ed anche molto più figurativa. L'immagine del vento di desiderio impetuoso sopra le acque varrebbe davvero il suggestivo inizio di un bel film ....!

Se dovessi riflettere a voce alta (ed in modo molto eretico, probabilmente) sul testo da lei proposto, direi che in effetti quella che noi riteniamo una creazione iniziale è da interpretarsi in realtà come una separazione: dunque -
e mi pare che Canseliet dicesse che da qualche parte che non si doveva pensare ad un inizio ad una fine, bensì a trasformazioni (ma non ricordo ora le parole esatte) - l'universo semplicemente è....e se l'alchimista nel suo microcosmo può contemplare il macrocosmo, lo fa in effetti poichè separa e ricongiunge....come sta scritto nel Libro. Ed il fenomenp attrattivo del magnete, del desiderio impetuoso, dà il senso del 'meraviglioso' di cui è permeata Madre Natura.
Insomma: aiutati che Dio t'aiuta, oppure la Natura gode della Natura...

Molto bello, dolce e significante....Mercì bien..

Captain NEMO

Tria Sunt Mirabilia

2005 12.23

 

       

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Domenicano bianco

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Qualche giorno fa mi è stata donata , da parte di un amico, un po' di stibina.
L'ho piazzata su di una mensola e mi capita spesso di osservarla incuriosito.
Mi domando : quale "escamotage" o invidia c'è dietro la differenza tra antimonio volgare e antimonio dei filosofi ?

Il sig. Heinrich Christian Amelung Von Tannembaum nel 1690, stanco di complicati soffiatori e sofisti che ai suoi tempi contribuivano a gettar discredito sull'Arte Sacra, scrive e fa pubblicare a Dresda un'opera dal titolo " Ricerca Chymica. Sulle differenze tra antimonio filosofico e minerale, come pure tra mercurio filosofico e volgare " recentemente pubblicato dalle edizioni Mirdad.

Il bel sottotitolo dell'opera suona " So per certo che questa scienza si fonda non sulla fortuna, sull'invenzione casuale, ma sulla conoscenza reale. Le cose che si trovano sopra corrispondono a quelle che si trovano sotto : ciò che mostra il Cielo, spesso lo possiede anche la Terra. Il Fuoco e l'Acqua fluttuanti sono due contrari : felice chi riesce a congiungerli. Ti basti sapere questo ! "

Nel trattatello l'autore cerca di spiegare le differenze tra mercurio Filosofico e mercurio volgare, così come fra Antimonio Filosofico e antimonio volgare, suffragando il tutto con brevi affermazioni di Autori del passato di robusta fama ( Cosmopolita, Ripley, Northon, Mayer, Morienus ).

Per Von Tannenbaum il mercurio e l'antimonio volgari sono "morti", in quanto già specificati in metallo e minerale, a meno che non si riesca a reincrudirli tramite il Mercurio Filosofico. Aggiunge poi che Antimonio e Mercurio Filosofici non sono cose separate essendo di un 'unica sostanza o radice, e vengono diversificati dai Filosofi solo lungo i vari processi dell'Opera.

Più avanti aggiunge : "" La vera e giusta differenza tra Antimonio filosofale e quello volgare, però, la descrive un eccellente Filosofo con le seguenti parole : L'Antimonio dei Filosofi è una vera materia metallica sciolta nella sua propria umidità viscosa, nella quale putrefà fino a quando è cotta e annerisce e questa materia, a quel grado della sua cozione, quando putrefà viene detta Antimonio. Quanto invece questo Antimonio sia distinto dall'antimonio volgare è evidente a tutti : infatti l'antimonio volgare è determinato, impuro, nel quale la Natura ha cessato la sua opera e la sua cozione ; invece l'Antimonio dei filosofi è un principio metallico puro e perfetto, liberato da tutti gli escrementi, nel quale la natura agisce potentemente per condurlo all'ultimo grado di perfezione al quale può giungere. L'antimonio volgare da solo non può perfezionarsi, mentre se gli si applica il fuoco per cuocerlo, l'Antimonio dei Filosofi si perfeziona per mezzo della sola cozione e acquisisce così tanta perfezione che tutto ciò che rimane imperfetto chiede di concludere il proprio perfezionamento.
Dunque l'Antimonio dei filosofi e l'antimonio volgare non differiscono tanto nella Materia, poichè ne posseggono una sola e la medesima, bensì in qualità : infatti la materia dell'antimonio dei Filosofi è mutata con varie alterazioni, e le stesse alterazioni non si trovano nell'antimonio comune, ma se esso venisse di nuovo disciolto dal suo umido, col quale è composto, per mezzo di tale dissoluzione scaturirebbe fuori purificato dai suoi torbidi escrementi : se ciò accadesse, ritengo che potrebbe subire la stessa alterazione e credo che potrebbe diventare l'Antimonio dei Filosofi ""

Poco più avanti aggiunge : "" ...da questo Antimonio Filosofale, i veri sapienti, con il proseguimento della loro cottura, poco a poco, e senza aggiunta di altre cose che non siano della sua natura, hanno estratto il vero e bianco Mercurio Filosofale, che apre radicalmente l'oro e tutti i metalli e minerali...""

Il "compilatore" Pernety sostiene che i Chimici si sbagliano quando prendono l'antimonio volgare per la materia dei Savi : il "loro" ( dei Savi ) Antimonio sarebbe la loro Acqua Celeste, o il loro mercurio, perchè questo purifica e lava l'oro filosofico, così come l'antimonio comune e volgare purifica e lava l'oro volgare.

Per Basilio Valentino una preparazione spagirica dell'antimonio è uno straordinario rimedio contro tutti i veleni ( forse elimina tutte le tossine, anche le più radicate e resistenti ???).

Perfino Steiner, ( che con l'alchimia non c'entra molto )sosteneva che l'antimonio volgare avesse delle interessanti caratteristiche "spirituali", una forza in grado di portare ordine in un organismo malato.

Ci sarebbe da citare Canseliet con il suo "Ane timon ", ma preferisco lasciare il tutto , eventualmente, alla competenza del Lucarelli che ne parla anche nell'introduzione al "Due luoghi alchemici ".

Aggiungo una piccola annotazione : la stibina è presente, in modo significativo, in Toscana e Sardegna .

Insomma , stibina "falsa ma utile" ? O stibina vera ma solo in seguito a certi processi ? O...

Perdonate queste piccole divagazioni ( e anche alcune inevitabili sciocchezze ) che ho voluto condividere sul forum: è solo che mi piace mantenerlo vivo e stimolare interventi più competenti dei miei.
A volte mi munisco di carta e penna e prendo note delle segnalazioni degli altri partecipanti...

Domenicano Stibinico

 

/09/2006 16.23

 

       

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yi pai

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UT ACCIDIT

A tutti
Al generoso Capitano
Prosperità e Salute

Come il nostro Capitano ci ha ricordato, impugnando con serena fermezza la barra del timone, questa stanza è dedicata alla trattazione di temi inerenti la pratica alchemica. I Partecipanti hanno eletto qui un luogo di appuntamento tacito; un Campo Franco nel quale si argomenta secondo tradizione e buona educazione.

Ciò è stato reso possibile dalla convinzione e dalla volontà di chi ha creduto che un confronto sereno e ragionevole tra esperienze e desiderio possa essere usato per fare emergere spunti di riflessione; indicazioni utili a meglio affrontare il talvolta disperante cammino che porta lo Studente, per mezzo della Pratica, alle soglie dell'Arte.

Quando la complessità del percorso ci ha spinto a considerare opzioni ed interpretazioni, dal confronto delle nostre idee ed esperienze è talvolta emersa la passione; ma chi leggerà gli scritti che compongono le quattro pagine di stanze aperte potrà – latu senso - godere della straordinaria ricchezza e della cordialità dei contributi.

Interpretazioni e letture, domande e sommessi tentativi di risposta, sono accomunanti dall'adesione ad una prassi che consta di due principi tradizionali irrinunciabili: 1) i fatti hanno precedenza sulle congetture, 2) la veridicità – in luogo della non sempre applicabile trasparenza – è la misura del dire.

Applicare queste regole significa aprirsi alla possibilità che i nostri lavori siano di comune giovamento e non costituiscano né inciampo per il fratello né onta per l'Arte. L'impegno sta quindi nell'anteporre la disponibilità ai capricci dell'ego, riducendo a silenzio il frastuono del riverbero egotista, eliminando ogni fonte di luce non naturale.

Certo approfittare della serenità di questo Campo Franco è facile; spingersi a soddisfare il proprio ego vantando e millantando sapere, avvantaggiati dalla virtualità di questo mezzo è davvero un giuoco da ragazzi. Giuoco favorito dalla passione per il conoscere, dal desiderio, dalla difficoltà dei testi e dall'oscurità dei riferimenti. Proporsi come punto di luce nelle tenebre è quindi qui più facile che altrove; cadere in questo tranello è destino per molti giovani appassionati, che si trovano a superare una prova aggiuntiva, inutile e spesso fatalmente dannosa.
Si tratta tuttavia – vorrei sommessamente dirlo per la terza ed ultima volta ad avviso di chi lo pratica – di un giuoco perverso, sulla cui pericolosità anche il buona
Maitre Canseliet aveva speso più di un caritatevole accenno. Sophia protegge i suoi innamorati. Sempre.

A questo proposito – chiedendo venia al Capitano – vorrei rivolgere alcune personali esortazioni ad Alchimistaalchimista, a Fra Andrea ed a Curioso Dilettante:

Qui, tra gli innamorati di Sophia, la vostra blasfemia non può trovare posto.
Voi delirate di Ipostasi, di misteri Cristici, di fraintesi simboli del Sacro. Non paghi di imitare ridicolmente i Maestri, vi simulate – in un ultimo improbabile tentativo di impressionare – uomini Consacrati.
Ogni punto del vostro agire è contrario a ciò in cui un pellegrino crede, è avverso a ciò che egli cerca, ama e desidera per se e per il suo prossimo. Il dis-orientamento del quale vi fate pervicaci e compiaciuti portavoce è una colpa; induce in errore i più deboli ed esposti all'incertezza. La confusione che artatamente muovete è segno di divisione in un luogo nel quale si studia l'Unità; siete degli stolti.

Cosa poteva farvi pensare che non potessimo capire – aldilà degli scritti e delle parole, nel millantato credito delle frequentazioni e delle amicizie – chi siete e quale distanza ci separa? Cosa può infine indurvi a credere che non suoni ridicolo sentirvi rispondere, pretendendo che vi si prenda sul serio, “parola d'onore di onorato Alchimista”?

Siete stati accolti in queste stanze come lo è stato ognuno prima: ospiti bene accetti; viandanti con i quali discorrere del cammino fatto, delle cose viste, delle esperienze fatte e di quelle da dimenticare. Nessuna offesa da vi è stata mossa, non avete patito vessazioni né richiesta di sottomissione a persone, a nomi, a idee o pensieri.

Cosa poteva farvi credere che avessimo bisogno della vostra inconsistente maestria, della vostra supponenza e delle vostre bugie? Non allibite, non sto insultando alcuno. Qui di seguito i fatti:

Per dare a tutti un saggio del vostro intelligere testi e cabale, caro Alchimistaalchimista, visto che non comprendete il francese diraderò un po' del vostro onorato fumo greco e proverò a correggere i vostri errori di vocabolario: serratura è Kleithron, mentre chiave è kleidos; Balanagra sono solo le chiavi di una città e Thyra significa – in generale – porta. Se vi perdete in queste cose come pensate di soccorrere i fratelli bisognosi? Forse, prima di tentare un'interpretazione di Giovanni e dell'Apocalisse, fareste bene a cimentarvi con qualcosa di più facile, come un ripasso di greco o una rilettura di Basilio. Che ne dite?

Lo stesso suggerirei al buontempone che ha avuto la brillante idea di inventarsi Fra Andrea; tra noi comparso – con licenza de' Superiori – a trattare di Alchimia in un Forum ospitato da una Loggia Massonica del Grande Oriente d'Italia, nel quale il benvenuto è porto da un Fratello Massone (dell'Obbedienza di Palazzo Vitelleschi se non vado errato) che gli spiega la sua propensione per l'eresia ariana, apostrofandolo con un “pace e bene”... Ma nemmeno il principe De Curtis... ma neanche l'ispettore Clouseau...
Gioco già provato... o sbaglio? Vi ricordate di Poseidone, in un'altra stanza?
Suggerirei qui due libri. Un manuale - uno qualsiasi – di Diritto Canonico (ed. San Paolo ad esempio) ed un Raccolta dei Codici del Diritto Italiano, alla quale consulterei le voci: “millantato credito”, “vilipendio della religione” e – credo - “vilipendio di Ministro del culto”... Sull'eventuale consistenza di una Colpa Massonica mi permetto – data la sede – di sorvolare...

In ultimo, caro Alessio Nisticò, vorrei chiederle di rifletter prima di parlare di Paolo Lucarelli – o del figlio – come se foste (e foste stati) amici da anni. Tra noi “vecchi” il suo nome non se lo ricorda nessuno. Che bisogno c'è? Nessuno ha mai sostenuto che fossero autorizzati a parlare e discettare di Alchimia solo gli amici di Paolo. Non ci sono bolle o imprimatur da raccogliere, non c'è niente per cui valga la pena di corteggiare... stia sereno!

Questo luogo è un Luogo della Via. Non c'è spazio per la menzogna sulla Via, né per il buon cuore. Entrambe queste cose sono troppo piccole. Difetti dell'ego – metalli direbbe qualcuno – dei quali dovremmo provare a liberarci.
Cercando di prendere in giro noi avete prima di tutto mentito a voi stessi, insultato la vostra intelligenza e la vostra capacità, sfiduciando le vostre possibilità e il Fato. Correggetevi se potete.

Pace e Prosperità

Yi Pai

 

12/09/2006 2.16

 

       

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Captain NEMO

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Prender 'Lucciole per Lanterne'...

Nel mese di Agosto il Forum di Alchimia ha conosciuto una più che naturale fase di 'vacanza' dai temi più operativi, privilegiando alcune splendide 'riflessioni' comuni su argomenti più vicini alle fonti ed agli scopi della ricerca: il Topic sulla 'Radio' ed i suoi temi correlati costituisce a mio avviso un piccolo gioiello irripetibile.

Come ogni tesoro portato in evidenza - seppure per un attimo - c'è chi è riuscito a percepirne l'importanza 'sottile' e chi no.

Per amor di patria e di chiarezza, ricordo per la millesima volta che in questo Forum ci si occupa di studiare e di scambiare conoscenze fissate attorno all'Alchimia.

E' ben nota la mia personale posizione in merito; ferma restando la mia sincera comprensione per chi ama attribuire alla parola "Alchimia" i più disparati significati, è però decisamente esilarante constatare come si arrivi addirittura a scomodare Gesù Cristo per proporre a noi poveri mortali il "vero segreto della Pietra Filosofale".
Come nelle migliori commedie di 'basso conio' si assiste ad acrobazie verbali complicatissime, dove si piegano alle proprie tesi le parole dei Maestri e si propongono agli astanti le più astruse ed incredibili elucubrazioni: e ovviamente, poichè l'Arte é cosa 'ermetica', si propinano queste tesi utilizzando linguaggi involuti, sintassi difficilissime, condendo il tutto con 'misteriosi' e 'saputi' ammiccamenti, mimando malamente il linguaggio dei Maestri.

E' più che evidente il fatto che chi compie questa operazione è vittima di un problema: o non ha capito nulla dell'Alchimia o è in mala fede.

Se volessimo eliminare l'intento malevolo, anche se il mondo umano ne è pieno ogni giorno e da tempo immemorabile, non resta che constatare quanto sia diffusa la tecnica della 'fuga in avanti'. Traduco: '...siccome non mi è riuscito di cavar nulla dallo studio dei testi, magari anche perchè penso che mettere le mani al forno sia tutto sommato poco dignitoso ed una grossolana perdita di tempo, allora la soluzione agli enigmi alchemici non può che essere trovata inventandola di sana pianta; magari applicando all'Arte dei significati più a portata di mano, più comodi, nel senso di più diffusi e più facilmente "accettabili e riconoscibili", ammantandola per esempio di contenuti legati ad una cosa come la Religione ed il suo messaggio; e siccome la Religione è basata (e giustamente, dico io) sulla Fede, la mia 'scoperta' della Pietra Filosofale nascosta sotto la veste del Cristo non potrà mai essere discussa dalle persone dabbene".
Ed un novello "maestro" si affaccia sul palcoscenico...E' superfluo sottolineare che questo 'maestro' dimentica che è solo un attore di una commedia. E che chi lo ascolta parlare sa bene che è semplicemente un 'attore' !!...

Sottolineo ancora una volta che questo modello di tediose "operazioni", vecchie come il cucco, è lontano alcuni anni luce dalla storia dell'Alchimia...le operazioni alchemiche si fanno in laboratorio, dove per laboratorio si deve intendere una stanza dove vi sono oggetti come fornelli, forni, pestelli, vasi di vetro vero, utensili vari, e materie appartenenti al mondo minerale.
Con buona pace di tutti, non posso che sorridere - tra il seccato ed il divertito - di chi pensa che Fulcanelli e
Canseliet fossero dei cultori di una sorta di setta di fanatici religiosi: quei Maestri, ed un mucchio di altre brave persone che li hanno preceduti o seguiti, hanno lavorato per anni nel loro Laboratorio operando con Materie e su Materie m i n e r a l i .
Tutti i numerosi riferimenti di tipo biblico-evangelico-religioso (presenti, tanto per fare un esempio, in Fulcanelli e
Canseliet) sono - come è assolutamente evidente anche all'ultimo della classe - utili strumenti di simbologia e di allegoria per educare lo studente al percorso di comprensione. Paolo Lucarelli ha sempre parlato di 'Modelli utili ma non veri'.
Occorre molta umiltà, un'enorme pazienza ed una tenacia senza pari nel cercare le Chiavi 'operative' dell'Arte. E' solo con un approccio di questo tipo, non prendendo 'lucciole per lanterne', che - f o r s e - si potrà rinvenire qualcosa di veramente utile.

Sia chiaro: massima libertà nel proprio dire. Ma consiglio chi veramente voglia 'trovare' di lasciar perdere approcci così bislacchi...Gli Egizi non conoscevano ancora Gesù Cristo, e dubito fortemente che un alchimista cinese dei secoli antichi si sarebbe mai posto il problema di leggere il Vangelo. Lasciamo quindi Gesù e la sua 'Buona novella' al posto che giustamente gli compete, e studiamo l'Arte avendo ben chiaro in mente che la sua pratica conduce l'artista a toccare e manipolare cose 'terrene' e 'mirabili', ugualmente meravigliose e salvifiche. Confondere le acque non rende un buon servizio a Cristo a Hermes.

sempre di buon cuore

Captain NEMO

[Modificato da Captain NEMO 12/09/2006 2.17]



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Re: Ane Timon



Scritto da: Domenicano bianco 25/04/2005 12.23
...L'Antimonio dei Filosofi è una vera materia metallica sciolta nella sua propria umidità viscosa, nella quale putrefà fino a quando è cotta e annerisce e questa materia, a quel grado della sua cozione, quando putrefà viene detta Antimonio. Quanto invece questo Antimonio sia distinto dall'antimonio volgare è evidente a tutti : infatti l'antimonio volgare è determinato, impuro, nel quale la Natura ha cessato la sua opera e la sua cozione ; invece l'Antimonio dei filosofi è un principio metallico puro e perfetto, liberato da tutti gli escrementi, nel quale la natura agisce potentemente per condurlo all'ultimo grado di perfezione al quale può giungere...



Caro Domenicano Bianco,

prima o poi avremmo dovuto parlarne....ed ognuno di noi si sarà fatta un'idea del grande arcano. Personalmente sono giunto al punto che - per formarmi un miglior giudizio - occorra sperimentare de visu e de manu, per capire.
Vede, dell'antimonio si parla un ovunque: e l'Amico Lucarelli ci dice che Maitre
Canseliet fosse moltissimo 'invidioso' nel suo AEX...e certo Fulcanelli sostiene che la stibina NON è la materia prima (sarà stato caritatevole o invidioso in tal contasto?)....il parallelismo fornito dal Signor Lucarelli a proposito dei modelli è molto vero....in teoria, moltissimi corpi potrebbero dirsi adatti a subire le lavorazioni alchemiche: in fondo, minerali e metalli rappresentano, con diverse purezze e gradazioni, i principi sulfurei e mercuriali....dunque, sempre in teoria, molte 'coppie' potrebbero morire e poi 'sposarsi'. Tuttavia mi comincia a balenare l'idea - dopo più di venticinque anni di studi assidui e per molti lidi - che la cosa sia molto più semplice e terra terra....ma questa mia idea è ancora - per l'appunto - ancora un'idea; e penso che solo il lavoro, il verificare i comportamenti delle materie-modello, studiarne gli accadimenti nei processi, e così via, possano davvero portare alla luce la materia vera.
Almeno lo spero.....m17

Captain NEMO

Tria Sunt Mirabilia

 

23/02/2005 12.35

 

       

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Savinien C. de Bergerac
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L'enfant qui pisse

Nella Cabala Mineralis l'infante orina in un piatto retto da una mano sx tronca per " acuire" parti di vitriolo? A questo infante possiamo attribuire il ruolo di " Purificazione della materia e riduzione del generato crudo in Generatore cotto, in modo che la sua orina lavi il Mercurio "?( Eireneo Filalete-OPERE )
Ma come compensare le parole di
Eugène Canseliet nella FONTAINE INDECENTE dove si afferma " c'est pas un jeune colerique- petit athlète saturnien- mais un fille vierge qui dispose sa urine féconde dans le chapeau, image de la terre noire"?

 



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Re: Qualcuno vada alla lavagna



Scritto da: Paolo Lucarelli 23/02/2005 23.53
Qualcuno però intanto dovrebbe rispondere a Cyrano!! E' una domanda interessante.



Ehm,

l'ho letta stamattina e ci sto riflettendo....è un terreno delicato, e non vorrei dire 'sfondoni'!...
comunque ora mi rileggo il buon Canseliet e prometto che verrò alla lavagna, va bene?
Domanda: ma in questa 'classe di etudiant' ci sono solo io che possa andare alla lavagna ?? m10

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Una analisi esaustiva signor Ma.Ma: Le sarei grato.

Per potermi associare ai complimenti del Dr.Lucarelli le chiedo un'altro sforzo per meglio comprendere:
1. Una completa analisi dell'immagine.Ad esempio, il grande albero é una quercia ? E se una quercia cosa essa simboleggia nella Grande Opera? E così via.
2.Quale é l'ordine cronologico delle immagini o se preferisce operazioni ? Anche brevemente accennato, non foss'altro per trovare un capo e una coda ( per quanto mi riguarda naturalmente).
Debbo per correttezza informarla che le sue apodittiche affermazioni non ( mi ) giungono nuove:
celeberrima la chiosa di Eugène Canseliet sull'onanismo, ad esempio.Altrettanto famose sono le dispute di "formisiana" memoria.Grazie.

 



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Un po' di vero esoterismo

Allora! Uno studio così attento e meticoloso come quello di Ma.MA. merita una risposta altrettanto esauriente. Anticipo perciò ai lettori di questo forum che sarò un po’ più lungo del solito, anche se dovrò essere per certi versi molto conciso perché non posso evidentemente scrivere qui un saggio di alchimia.
Mi pare il caso di cominciare a entrare un po’ più seriamente nell’autentico esoterismo ermetico, e ringrazio davvero Ma.Ma. che me ne fornisce l’occasione.
Cominciamo a sgravare il campo da possibili ipotesi devianti. Non so se fosse nelle intenzioni di Ma.Ma, ma voglio comunque subito chiarire che non entrano nell’operatività alchemica emissioni umane o comunque sostanze organiche di nessun genere.
Per due motivi principali (che descrivo con la massima brevità possibile, ma sperando di essere chiaro)
Il primo è dovuto alla stessa costituzione della manifestazione. Come spiega molto bene Lubicz esaminando un affresco del tempio di Luxor, la manifestazione parte dallo spirito e prosegue nei tre regni, minerale, vegetale e animale, passando dall’estrema semplicità del cristallo alla enorme complessità dell’animale umano. Quindi il minerale è il regno che è più prossimo allo spirito, e per lo stesso motivo è quello con cui si può sperare di ottenere un “magnete” che lo attragga e accolga, per essergli il più simile. Come si vede, proprio l’animale umano, per essere la struttura più complessa che esista in natura, è anche la più lontana dalla semplicità dell’origine. Tra l’altro, mentre la teoria e l’esperienza dimostrano che è possibile nel regno minerale la “rincrudazione”, cioè la possibilità di ricondurre un corpo minerale o metallico alla semplicità originaria, questo è evidentemente impossibile per un sistema così complesso come sarebbe l’animale. Per dirla alchemicamente “è troppo cotto” per tornar crudo.
Il secondo motivo è un po’ più sottile, e di valore metafisico. Cercherò di essere semplice. Lo spirito non può essere attratto che da e in un corpo privo di qualunque imperfezione. Per usare un’espressione cristiana – ma qui il mito cristiano è eminentemente alchemico – occorre un corpo che sia libero dal “peccato originale”. Insegna l’alchimia che tutta la manifestazione è infestata da una specie di malattia, la malattia “universale”, perciò occorre una “medicina universale” per curarla. Ma l’animale uomo ne è colpito come qualunque altro ente della manifestazione. Anche questo è molto evidente. Occorre perciò per fare l’opera, avere a disposizione un corpo che sia “immacolato”, la nostra “Vergine”. Non a caso in Occidente gli alchimisti erano così devoti alla Madonna. Se non esistesse, l’opera sarebbe impossibile, e noi saremmo dannati per sempre. Ripeto la citazione di Geber: “avrebbero un bel vantarsi gli alchimisti, se non esistesse il mercurio, non potrebbero fare nulla”.
Ci sono poi altri motivi più complessi e esoterici, ma qui mi pare di aver detto tutto quello che potevo, e penso sia abbastanza.
So bene, peraltro, che in certe sette in occidente, vedi gli gnostici sethiani, e in oriente, vedi i nath siddha dei tantra, si usano emissioni umane per incrementare certe energie dell’operatore e quindi sostenerne lo sforzo operativo. Ora, a parte il fatto che ci sono sistemi meno rudimentali e più efficaci, vedi ad esempio quelli del neidan, in realtà non sono affatto necessari, né indispensabili, perché l’Opera provvede lei a coordinare, per così dire, le energie sottili dell’artista, che deve solo badare,
come disse una volta Canseliet, ad “essere sempre al livello dei suoi materiali”.
Credo che gli animali umani dovrebbero imparare ad essere un po’ più umili. Non sono affatto, come credono di essere, il meglio della manifestazione: al momento, e nello stato in cui si trovano, sono nella migliore delle ipotesi quello che si potrebbe definire un esperimento genetico mal riuscito. Quanto all’UOMO, quello VERO, è un’ipotesi, una speranza, ma per ora, salvo rari casi, non si è ancora manifestato, e comunque non è certamente quella mediocre e un po’ disgustosa cosa che abita a miliardi questo pianeta, anche se un po’ gli assomiglia.
Tutto quello che può sperare, se compie bene il suo compito – e qui rinvio alla genesi sumera, scopiazzata così malamente da Mosè – è meritare di essere trasformato, forse, in un uomo. Impresa difficilissima, come è noto, e che comunque richiede una morte e una putrefazione., come qualunque transmutazione.
Veniamo ora al nostro quadretto. Lo farò in una comunicazione successiva.


P.L.


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In corpore est anima &spiritus

Iniziamo dal cervo in primo piano?( arguta osservazione sul pappagallo,capitano!). In una foresta ( della quale mi pare si sia parlato nel forum ) Lambsprinck colloca un cervo e un unicorno(in La Pietra Filosofrale).Il commento alla terza figura dell'autorevole Adepto é di grande interesse ma se a questo aggiungiamo gli
insegnamenti di Canseliet( Deux Logis Alchimiques)possiamo dire a ragion veduta che della foresta tenebrosa per quanto essa possa essere spaventevole, la sua cornice appare meglio precisata.
Id est mercurius.Hermes propter humiditatem fugitivam sic nominat.Lessico D'Alchimia di Martin Ruland
E' il servus ( cervus) fugitivus che é molto difficile avvicinare così rustico e selvaggio qual'é e l'immagine di Lambsprinck può trarre in inganno perché apparentemente idilliaca.
CERVO=ANIMA=MERCURIO
UNICORNO=SPIRITO=SOLFO
FORESTA=CORPO=SALE
Lo sforzo successivo consiste ora nel rapportare gli insegnamenti di cui sopra all'immagine principale.

 



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Re: ..Il Nero e il Rosso



...terra adamica o di bolus armenus rubeus..



Caro Amico,

sì, penso che stiamo parlando della stessa cosa. Lei sa naturalmente usare in modo molto più pertinente e 'a fagiuolo' i vari termini che costituiscono l'allegro dizionario alchemico!

La terra adamica è quella terra riportata all'inizio, alla condizione per così dire primordiale: questa terra è nera, morta, spregevole all'inizio e - attraverso la cosa bianca - diviene rossa e capace di vita. Questa terra racchiude in l'oro dei filosofi, che è uno dei frutti della Prima Opera. Ne parlano naturalmente Fulcanelli,
Canseliet e - mi pare, vado a memoria - il Presidente D'Espagnet.

Quanto al termine 'Bolus Armenus Rubeus' trattasi di una terra argillosa rossastra ed untuosa, che la chimica di oggi classifica come una creta, un silico-ferro-alluminato: sin dal medioevo veniva utilizzata in farmacopea, e spesso collegata al Bezoar, nel cui cuore era racchiusa; il Bezoar era una pietra considerata come teriaca protettiva sia per gli animali, che venivano protetti in questo modo dagli avvelenamenti, che per gli uomini, che la utilizzavano anche come talismano.

Il Bolus Armenus, nele sue varie colorazioni (giallo, rosso, bruno etc.), è una sostanza utilizzata ancora oggi nel restauro di opere d'arte: è di fatto un mastice coesivo usato come strato base per la doratura, attraverso l'applicazione di sottili lamine d'oro, il quale assume per contatto sfumature di colore diverse a seconda del pigmento del Bolus applicato...

Le riporto, a titolo di curiosità, una citazione per così dire 'enciclopedica' del Bolus Armenus, tratta da: Micahel Pexenfelder: Apparatus eruditionis tam rerum quam verborum per omnes artes et scientias - Nürnberg: Michael & Joh. Friedrich Endter, 1670.


Argilla est terra tenax, figlinis apta, quemadmondum terra Samia, coloris albi. Pigmentis conveniunt creta candida: ochra, flava seu lutea; ad quam accedunt terra Armena, vulgo bolus Armenus, et terra Alana. Ex ochra exusta fit rubrica diversi coloris. Terra Cimolia fullonum est, pro sapone serviens. Terra Lemnia, vulgo figillata, in usu medicinae valet. Quae omnes fossilium (vulgo mineralium) inceptio sunt, quorum tria genera: succus, metallum, lapis. Imo et vitrum, fissili de lapide.




Ccaptain NEMO

[Modificato da Captain NEMO 05/03/2005 11.33]



Tria Sunt Mirabilia

 


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Rubeus

Auguri anche da parte mia, anche se un in ritardo!

@Sig. Lucarelli, grazie della precisazione.

@Capitan Nemo: avevo notato il Rubeus. Mi aveva colpito quel brano perchè è la stessa cosa che dice
Canseliet nel vol. 2 de "L'alchimia", pag. 170/1.

Vorrei postare un'immagine: qualcuno può gentilmente spiegarmi come si fa?

cari saluti,
Theodora

 


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Nimas nimenos

Gentile signor Moro,
non ricordo davvero se una carta verde avvolgesse il pacchetto, certamente alcuni fogli non vi erano racchiusi, ma davvero pochi, e furono conservati. Su alcuni di questi si trovavano le pagine che
Canseliet aggiunse nella seconda edizione de “Les Demeures Philosophales”, e poche altre che fece leggere a qualche amico, su cui stava anche l’indice dei capitoli con i titoli dei contenuti. Il resto fu ritirato da Fulcanelli e distrutto, per cui non è stato mai consegnato a nessuno, e non esiste più.
Mi permetto di far notare anche che nel quadro la mano che regge la bilancia è evidentemente femminile… Come direbbe Fulcanelli: «agli iniziati poche parole…».


P.L.

 



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Re: Gentili compagni di viaggio,



Scritto da: donum dei 09/11/2005 21.15
...Ho davvero poco da aggiungere a quanto già detto in modo esaustivo, se non certe perplessità sopraggiunte...



Cara Donum Dei,

è davvero straordinario seguirla lungo il cammino delle domande nei suoi Post...come le avevo detto qualche tempo fa, entrare ne l bosco Alchemico provoca sempre un gran subbuglio nell'animo. Il mio consiglio - ancora una volta - è di NON seguire il corso delle domande innescate a ripetizione dal ragionamento analitico, bensì seguire solo le cose semplici percepite dalla coscienza. E, mi creda, in Alchimia le cose sono davvero molto più semplici di quello che pensa. Abbandoni le stanze della ragione se vuole lasciarsi cullare dalla Natura, e scenda a farsi condurre per mano dalle piccole creature dei boschi (che si nascondono ogni volta che 'sentono' un 'pensiero'! m13: ): i Misteri esistono sin dai tempi antichi, ma mai potrà aprire una porta magica a forza di interconnessioni neuroniche di gran cultura !!

In ogni caso, cercherò di darle le mie risposte ai suoi nuovi quesiti...

1. “finalità” dei riti misterici e “ finalità” dell’Opera Alchemica sono del tutto sovrapponibili?
No, naturalmente non sempre...


...nell’Opera percepisco un Agire –un po’ forzato- dell’Uomo sulla Natura.
E’ un sentire –il mio- senza fondamento?



Sì, questo suo sentire è senza fondamento. Questa visione di 'forzatura' è un errore. E' esattamente il contrario...L'artista aiuta la Natura (meglio sarebbe dire che la 'imita') in alcune cosette e la Natura lo ricompensa con il suo aiuto prezioso ed insostituibile...
2. Nei post si parla di Dio o Natura come Primo/a Alchimista: i termini Dio e Natura sono quindi sovrapponibili?
Se questo la aiuta meglio a camminare, ebbene sì...ma mi permetta la domanda: ha davvero importanza l'appellativo che l'uomo attribuisce alla 'Forza forte di tutte le Forze'?
Quanto al sesso di Dio e/o di Madre Natura, mi pare davvero una domanda 'circolare': dopo che avrà - supponiamo - verificato con 'prove provate' che Dio è una Dea (absit iniuria verbis!), pensa che ciò le sarà utile per la Sua ricerca del Senso delle cose?
3. Non deve invece ri-cercare un corrispettivo femminile? Uno spirito femminile unitario che già abbia in sé l’istinto e la capacità di superarlo?
Ognuno cerca ciò che vuole, sa...personalmente credo che si stia complicando le cose. Un mio amico direbbe che quando non si vuol 'trovare' una cosa semplice sotto gli occhi, ci si arrampica sugli specchi...
4.La Pietra Filosofale è Maschile (lo afferma anche Lucarelli in un post nel forum): perché?
E se lo è, è quindi un “Fine” estraneo ad una donna?

Sì, la Pietra potrebbe definirsi uno Zolfo perfettamente cotto, dunque un 'maschio'...ma anche qui: lei pensa che sia davvero importante stabilire un 'genere sessuale' per una cosa così unica e straordinaria?
Mi creda: alla Pietra non importa proprio nulla se a 'trovarla' sarà un maschietto o una femminuccia. Quel che conta è abbandonare le sovrastrutture, tutte; e dunque anche questa inutile dicotomia.

Cara Donum Dei, molti le hanno dato degli ottimi consigli su come leggere la Gran Dama. Lei è certo libera di non volerli accettare...ma temo davvero che la sua 'tecnica' di indagine - mi passi questo termine - stia sollevando un gran polverone nella sua testa, che le impedisce di vedere le cose per quello che sono.
A titolo di esempio di 'simplicitas' le porgo una Rosa, così come l'aveva percepita Maitre
Canseliet:


La lumière, comme le parfum, est une vibration et le second prend naissance de la première, de sorte que la rose n'est odoriférante que si elle a reçu de façon suffisante les rayons du soleil"



[Libera traduzione: La Luce, come il profumo, è una vibrazione e quest'ultimo nasce dalla prima, così che la rosa non è odorosa se non ha ricevuto in modo sufficiente i raggi del sole]
...Dunque ricordi sempre che le cose vere sono molto, molto più semplici di quanto il nostro ragionare ci voglia far credere. I Simboli certo esistono, ma occorre voler 'scoprire' il velo della semplicità...come una rosa odorosa. Semplice, sensibile e portatrice di qualcosa di importante.
Un ultimo consiglio: provi a cominciare dall'inizio; dalla Materia e dallo Spirito, per esempio. Ma mi raccomando, quelli veri...quelli semplici ed universali. Cose insomma di Cielo e Terra... m17:

sempre di buon cuore

Captain NEMO

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Re: Gent. Domenicano,



Scritto da: donum dei 20/11/2005 10.21

cosa vuole che le risponda?
Vuole che “firmi” le mie riflessioni con dotte citazioni o nomi prestigiosi che le avallino?
L’opera omnia di Jung le sembra un avallo sufficiente? O Jung per lei è poco erudito? I testi illuminanti di Erich Neumann “Storia delle origini della Coscienza” e “La Grande Devo “garantire” quello che dico?

Mi scusi, ma pensare che lo Spirito sia in Alto è un luogo comune…credo proprio maschile.


Un caro saluto,
Maria Teresa

p.s. mi scusi, ma mi vengono in mente altre considerazioni perché la questione è assai delicata.

Rassegnamoci, gli uomini, tutti, sono Angeli ma anche Bestie.





Cara Donum Dei....

credo che non ci siamo affatto capiti. Lei ha travisato quanto ho scritto credendo che le chiedessi credenziali..Ma a me non importa nulla delle credenziali erudite....Non era questo che intendevo. Visto che Lei ha affermato che non Le importava granchè di ciò che millennarie Tradizioni hanno riferito su questioni metafisiche e/o palingenetiche...La invitavo ad approfondirle maggiormente, solo perchè in tutte o quasi quelle Tradizioni è contemplata la possibilità di raggiungere il "Summum Bonum " QUI, in vita ( era questo di cui si parlava)

Non mi impressionano Jung Neumann : Le parlavo di Fonti o di coloro che hanno riproposto Tradizioni...

Non capisco il riferimento all'altezza che ha fatto : la mia era una metafora per indicare che ciò che è PIATTO non ha altezza , o spessore( ma solo larghezza e lunghezza ) e tutti coloro che si occupano di dottrine metafisiche escludendo la possibilità di accesso diretto al Sacro ( nichilismo e materialismo tipici della nostra epoca ) mancano completamente il bersaglio ( e quindi di altezza/spessore).

Non capisco poi la polemica sul maschile e femminile, tutta sua.....Per me lo Spirito non porta la gonna i pantaloni....Può stare in Cielo come in Terra... m17: ...Francamente mi sfugge tutto questo accalorarsi su tesi che neanche mi passavano per la testa , davvero...

Inoltre, mi perdoni, non me ne importa nulla di Picasso, Thomas Mann e Caroll....non mi sembrano c'entrino con le tematiche su cui stiamo dibattendo...

Gli uomini e le donne sono Angeli o Bestie, o molto peggio che Bestie ..o molto più che Angeli...L'Essenza suprema di ogni essere è Divina e su ciò concordo ( m21: ) con i maggiori testi sacri del pianeta.

Quali sono le Vie Alte ( perdoni le maiuscole, anche se mi ha preso in giro... m18: ) ? Tutte quelle che ho delineato nel post più sopra ( Alchimia, soprattutto, compresa ),non certo correnti di pensiero che appartengono alla sfera dell'opinione o dell'escogitazione personale....

Se Umberto Eco mi parla di Alchimia rido per due giorni, diverso se ne parla
Canseliet ( che ha S P E R I M E N T A T O , usiamo questo brutto termine )...Se Stefano Zecchi mi parla di Kundalini rido per 20 giorni, diverso se ne parla Lilian Silburn ( una donna ! ), straordinaria indologa ( era anche studiosa ) che visse e praticò quella Via al cospetto di qualificati maestri per 20 anni...E via così con altri nomi del culturame moderno.

E' solo una questione di gusti : tra Jung e Lao Tze, prendo decisamente quest'ultimo...non me ne vorrà, credo.

Spero, dopo quello che ho scritto, non mi voglia consigliare qualche psicologo dal quale farmi visitare ( sarei comunque nell'eccellente compagnia di TUTTI coloro che credono alla Pietra Filosofale ... m18: ).

Gentile Donum Dei, mi raccomando : il mio tono è pacato e a volte un po' giocoso ( forse dal PC non traspare )...non si risenta di alcunchè, anche perchè stimo la sua profonda curiosità . Gradirei anche , però , da parte Sua, risposte meno ironiche...

Domenicano Camice Bianco ( che si allaccia dietro, però...)

P.S.

Ovvio che se insisto sull'atteggiamento di "sporcarsi le mani " ( id est sperimentare, verificare, che sia con crogioli o con la percezione del Qi ) vuol dire che la mia posizione è ben lontana dall'erudizione accademica e/o salottiera e anche ciò che scrivo potrebbe risentire di un mio "sporcarmi le mani" ( in senso lato ) sia pure goffo ... Solo l'esperienza conta, in certi domini....Altre informazioni personali non le scrivo su di un forum...

 


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Re: LEtture e riflessioni momentanee



Scritto da: Melekur 21/11/2005 14.11...Quali testi o diari di bordo la stanno accompagnando Capitano? Ci farebbe partecipi delle sue ultime riflessioni alchemiche, magari intorno alla Turba o ad Artefio o a qualche altro Maestro?...



Caro Signor Melekur,

in effetti penso che sarebbe più proficuo tornare a 'navigare' su temi più semplici e pratici, pur se magari enigmantici e complessi: ma facile non è! m13:
Ho provato a parlare delle Colombe di Diana, stimolato da Giovanni Paleologo (che mi pare rilanciasse una nota di Yi Pai), ma solo Quan del Bote ha mostrato disponibilità a scambiare qualcosa...ho provato a parlare con Simplicio di Seme e Pane, ma anche lì solo Quan del Bote si è fatto vivo...sembra quasi che quando si parla di cose 'pratiche' tutti abbiano paura di parlare o di esporsi ....timidezza italica?...forse, ma è davvero un gran peccato.
Quanto alle mie attuali letture, sto ri-leggendo S. Stuart de Chevalier (lettura pericolosa!), e sto riflettendo su alcune 'perline' di tale Monsieur Barillet...per tornare sempre all'ineffabile Fulcanelli ed all'astuto
Canseliet!
E lei - di grazia - come passa il tempo della sua Quest?

Captain NEMO

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Cari lettori,
una licenza. Un citazione tratta da
Canseliet, "Alchimia spiegata sui suoi testi classici", che prende Nicolas Flamel e la sua fedele sposa come esempi per ricordare che più la scienza è presente, meno è attiva la bocca, dice: "Nessuno sapeva meglio della Sua sposa e di Lui stesso, quanto la ricerca della verità, al livello più alto, resta solitaria e senza rapporti con la collettività per lo più dedita a chiacchiere interminabili, fastidiose se non sterili".

Come dissero altri prima di me su questo forum, bisogna essere attenti a non prendere "lucciole per lanterne". Qui non si parla per insegnare l'Alchimia, che sarebbe atto oltre che futile, vanaglorioso, ma per scambiare indicazioni, riflessioni, percorsi di dubbi e sofferenze che nella loro forza intrinseca sono una delle chiavi più importanti per accedere all'opera. Quest'ultima con i "segreti" in essa contenuti, non può però tramandarsi se non nel sereno e solitaro dialogo con la materia e il forno. Pestando e ascoltando il crepitìo si rinvengono risultati, a volte e se Dio lo vuole. Ogni altra azione è inutile per l'Opera in se.

Ciò non toglie che il nostro appassionato dialogo non sia utile: anzi, lo ritengo molto stimolante, proprio nelle sue pacate e a volte apassionate dispute: l'importante è scindere la disputa utile da quella inutile. E utile è la parola che dice e chiede, inutile quella che afferma e insegna. Questo proprio perchè qui è il luogo della riflessione comune, quando il luogo dell'insegnamento è quello della solitudine del proprio fuoco crepitante.

Il perfido cinese, in una fase bonaria, direbbe che altrimenti si rischia di indulgere nella nobile arte del "esercizio del nonsense intelligente". Lascio a lui stesso dire, cosa direbbe in fasi diverse della sua immortale esistenza ...

Con affetto
vostro ptah